Attività cerebrale e proteine di origine animale

Autori/Authors : Pellati R.

Alfonso Piscopo, Dirigente Azienda Sanitaria di Agrigento e Veterinario del Servizio Sanitario Nazionale, ha messo in luce sul periodico Eurocarni (Marzo 17) i nutrienti che incidono più di altri sull’attività cognitiva nelle varie fasi evolutive dell’uomo (gravidanza, bambini, anziani).
La prolungata carenza di Vitamina B12, ad esempio, ha effetti sul funzionamento cognitivo di adolescenti che praticano una dieta macrobiotica protratta fino all’età di 6 anni, rispetto ai ragazzi della stessa età che seguono una dieta onnivora. I primi presentano livelli più bassi di intelligenza fluida, capacità spaziale, memoria a breve termine rispetto agli altri.
Anche lo zinco è essenziale per l’attività cerebrale, contribuendo a migliorare l’azione neuronale dell’ippocampo, rafforzando la memoria e, di conseguenza l’abilità cognitiva: il suddetto elemento si trova infatti in  alte concentrazioni nelle vescicole sinaptiche dei neuroni dell’ippocampo che sono direttamente coinvolti nel centro di apprendimento e della memoria. Lo zinco si accumula nei tessuti cerebrali, all’interno delle cellule dei muscoli,ossa, pelle e fegato: in minima percentuale nel plasma e nei globuli bianchi.
L’azione del ferro favorisce diversi meccanismi enzimatici del cervello, tra cui quelli che riguardano la produzione di energia, la sintesi del recettore della dopamina, la mielinizzazione delle cellule nervose e la regolazione della sua crescita. Com’è noto il ferro ( e lo zinco) contenuti nella carne si assorbono meglio rispetto a quelli presenti nei vegetali, a causa dei legami con alcune sostanze come i fitati.
Vale sempre il concetto che una sana alimentazione è il punto di partenza per la salvaguardia della nostra salute. L’articolo suddetto infatti segnala il lavoro dell’Università Cattolica di Roma pubblicato sulla rivista PNASUSAI condotto all’individuazione di una molecola anti-invecchiamento chiamata “ Creb I” che funziona come un pulsante molecolare il quale agisce  attivamente o negativamente (fase on /off ) a seconda del grado di calorie introdotte giornalmente con la dieta.
Creb I influisce attivamente (fase on) quando viene imposta una dieta a basso contenuto calorico, comportandosi da stimolatore di altri geni pro-longevità importanti per il buon funzionamento del cervello.
Creb I agisce negativamente (fase off) se la dieta è ipercalorica, con tendenza dei soggetti al sovrappeso.
In altre parole, la carne è il maggior conduttore di energia del nostro organismo quindi non deve mancare. La sua azione si innesca attraverso un meccanismo molecolare ad intermittenza: si accende o si spegne se la carne viene assunta o meno.
Sono da abbandonare le preoccupazioni che la carne sia un nutriente ad alto contenuto calorico. I progressi dell’industria delle carni hanno portato a produrre carne con una riduzione della presenza di grasso fino al 30 %.

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