Rivalutazione della mela

Autori/Authors : Pellati R.

La mela è il frutto per eccellenza: è il più conosciuto, il più consumato, il più apprezzato, il più gradito. Si tratta di un frutto antichissimo, la cui apparizione sembra salire al periodo neolitico. Originario dall’Asia, la coltivazione passò poi in Europa. In Egitto Ramsete II lo fece piantare nel suo giardino. Nell’Eden Dio aveva proibito ad Adamo di mangiare i frutti dell’albero della conoscenza, ma quando Eva gliene offrì, Adamo non seppe rifiutare. Nel testo biblico non  fu specificato di quale frutto si trattasse , però in tutti i dipinti che rappresentano il peccato originale compare sempre la mela. Nella mitologia greca la mela identificava la bellezza femminile. Nei secoli, tutte le leggende parlano della mela, da Biancaneve a Newton, a Guglielmo Tell.
Ancora oggi la mela è al centro delle attenzioni della Scienza dell’Alimentazione perché trova numerose conferme scientifiche sulla sua validità. Infatti la presenza di sostanze ad azione antiossidante (acido clorogenico, acido ascorbico, quercetina) costituisce una protezione nei confronti del danno ossidativo cellulare e delle malattie connesse (tumori, malattie cardiovascolari, invecchiamento).
Nell’immaginario collettivo una volta si diceva “una mela al giorno leva il medico di torno”. Bisogna riconoscere che le attuali ricerche stanno convalidando queste affermazioni  spiegando anche il meccanismo d’azione. Oggi infatti conosciamo in che modo i polifenoli presenti nella mela agiscono sulle cellule malate. A firmare la scoperta riportata su “Scientific Reports” è stato un gruppo di studiosi coordinato dall’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isa-Cnr) in collaborazione con il Dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università di Salerno che ha spiegato il modo in cui i i polifenoli analizzati  in 3 tipi di mela ( Annurca – Red Delicious – Golden Delicious )  ostacolano in particolare la replicazione ed espressione del DNA nelle cellule cancerose del colon e in particolare questo impedisce loro di duplicarsi e far crescere la massa tumorale.
Angelo Facchiano, ricercatore Isa-Cnr, tra gli autori del lavoro, precisa che “ le proteine su cui i polifenoli potrebbero agire sono le stesse  su cui agiscono alcuni farmaci antitumorali recentemente sviluppati. L’ipotesi su cui sarà necessario effettuare ulteriori studi è quindi rivolta ad esaminare alcuni composti presenti nelle mele dotate di un effetto preventivo, agendo proprio sugli stessi meccanismi che vengono colpiti dai farmaci.
Oltre alle tecniche di chimica analitica, ci siamo avvalsi di bioinformatica e simulazioni molecolari. E’ stato possibile riprodurre al computer un gran numero di esperimenti per individuare quali interazioni avvengano tra i composti antiossidanti presenti nelle mele e le proteine dell’uomo: una metodologia che offre grandi potenzialità e opportunità, tra cui quella di limitare la necessità di esperimenti di laboratorio che richiederebbero l’uso mdi reagenti costosi e strumentazioni complesse”.
 

Back to top