Le novità nell’imballaggio

Autori/Authors : Pellati R.

L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) segnala che ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, con un costo che si aggira sui 680 miliardi di dollari nei paesi industrializzati e sui 310 miliardi di dollari in quelli di via di sviluppo, cifre che sarebbero sufficienti per sfamare 800 milioni di persone.
Occorre ricordare che quando il cibo finisce nei rifiuti si perdono anche tutte le sostanze utilizzate per la produzione: fertilizzanti, carburanti, ettari di terra, sostanze chimiche e il 25 % di tutta l’acqua potabile, confezioni e contenitori. Inoltre la decomposizione del cibo produce le emissioni di metano, più pericoloso dell’anidride carbonica. Ecco perché le industrie, la grande distribuzione, gli enti pubblici, sono sempre più motivate a mettere in atto soluzioni di confezionamento avanzate per prolungare la data di conservazione e ridurre i rifiuti.
Il periodico “Industrie Alimentari” segnala che la catena britannica “Tesco” ha messo in vendita le confezioni di prodotto pre-confezionato (esempio il pollo) anzichè in plastica, porzioni pre-porzionate in vaschetta per consentire l’utilizzo in vari momenti e quindi combattere gli sprechi.
Una confezione di nuova concezione mantiene freschi molto più a lungo i succhi di frutta, il latte, altri alimenti liquidi con un tappo di tenuta ermetica all’aria al 100 % sistemata nello spazio di un tappo e mantiene pressurizzata la confezione una volta aperta.
L’atmosfera protettiva MAP (Modified Atmosphere Packaging) riduce significativamente la quantità di ossigeno che resta all’interno dei sacchetti sigillati di formaggio grattugiato, patatine e carne. Conseguenza di questa tecnologia è l’EMAP (Equilibrium Modified, Atmosphere Packaging) che contiene un livello più basso di ossigeno e una proporzione più elevata di C02, quindi mantiene la freschezza dei prodotti.
Il trattamento ad alta pressione HPP (High Pressure Processing – pastorizzazione a freddo) è in grado di eliminare batteri come la listeria, l’escherichia coli, la salmonella ,conservando il colore la consistenza e l’aroma del cibo. Questo metodo viene incontro alla richiesta dei consumatori che non vogliono additivi, conservanti e metodi alternativi rispetto all’ambiente.
Da decenni ormai le etichette sulle confezioni indicano la scadenza. Si tratta comunque di indicazioni basate su stime e non sulle condizioni effettive. Oggi ci sono anche le etichette “intelligenti” che sono in grado di tenere sotto controllo la temperatura e segnalare quando un alimento è a rischio di alterazioni. A questo proposito Mario Malinconico dell’IPCB (Istituto Polimeri Compositi Biomateriali) del CNR di Napoli alla conferenza “Packaging sustainable” svoltasi alla Seeds & Chips di Milano, ha citato i “ fluorofori”, che sono molecole che emettono fluorescenza se colpite da certe lunghezze d’onda. Quindi le etichette intelligenti sono un passo avanti dal punto di vista tecnologico perché consentono una fornitura di alimenti deperibili più efficace.

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