Il futuro delle fonti alimentari: entomofagia

Autori/Authors : Pellati R.

Al XXIII Convegno Nazionale dell’A.D.I. che si è svolto a Bari (Ottobre 2018) il biologo B.Bonilauri, Dirigente Istituto Zooprofilattico (Lombardia ed Emilia Romagna) ha svolto un’interessante relazione sull’entomofagia. Gli argomenti trattati sono numerosi dato che importanti organizzazioni internazionali come la FAO ne hanno caldeggiato il consumo. Dal punto di vista legislativo gli insetti allevati in EU per la produzione di alimenti (mangimi o altri utilizzi) sono da considerare come “animali allevati”, per cui anche per gli insetti devono valere i requisiti generali in atto per quanto riguarda l’igiene degli alimenti e i mangimi. Allo stato attuale, gli insetti come fonte di proteine per la nutrizione animale sono autorizzati per i “Pet” (cani, gatti ed acquacoltura). Come larve o adulti vivi possono essere serviti a polli e suini, limitatamente agli animali allevati all’aperto. In quanto animali allevati al pari di altre specie animali, gli insetti sono quindi soggetti alle norme sul divieto concernente i mangimi, e alle norme vigenti in materia di alimentazione degli animali con rifiuti di cucina, ristorazione, farine di carne e ossa e stallatico. Gli ordini maggiormente coinvolti ai giorni nostri nel mondo sono: coleotteri (31 %), lepidotteri (18 %), imenotteri (14 %), ortopteri (13 %). Vanno citati anche emitteri (cimici, afidi), isotteri (termiti), odonati (libellule) e ditteri (mosche). Sul suolo italiano, tutti gli insetti sono da considerarsi come necessari di autorizzazione al commercio secondo il Reg, CE 2015/2283 sui Novel Food. Per quanto riguarda le qualità nutrizionali , gli insetti sono da considerare come alimenti proteici con un valore variabile (a seconda della specie e dello stato larvale) dal 5 % al 77 % dello stato secco. Per quanto riguarda l’apporto vitaminico sono ricchi di vitamina B e, a seconda della specie, anche A –D- E. Per i micronutrienti minerali va segnalato il Ca (meno del latte e più della carne), Fe, Cu, Zn, Mn. Comunque tutti i principi nutritivi sono molto influenzati dal substrato di allevamento e lo stesso dicasi per la digeribilità. I pericoli connessi al consumo di insetti sono di natura microbiologica, chimica, tossicologica e di reazioni allergiche. Tra i pericoli microbiologici va ricordato che gli insetti vengono consumati interi, dato che non è prevista l’eviscerazione dopo la macellazione. Per cui è frequente ritrovare contaminazioni alte di tutti i principali contaminanti microbiologici degli alimenti. Per i pericoli chimici sono citati i metalli pesanti (As, Cd, Co, Cr, Cu, Ni, Pb, Sn, Zn), micotossine, diossine, pesticidi, tossine, antinutrienti (tannini, fitati), ormoni e residui di medicinali veterinari, sostanze ad azione ormonale (testosterone, diidrotestosterone, cortisone) che possono interferire con lo sviluppo dei soggetti giovani. Nella letteratura medica sono presenti anche alcuni eventi di tipo allergologico con shock anafilattico per cui le persone allergiche ai crostacei e/o agli acari della polvere dovrebbero astenersi dal consumare insetti. Sono inoltre citate parassitosi tipiche degli insetti consumati crudi. In conclusione, la richiesta di proteine animali crescerà senz’altro nei prossimi decenni (del 76 % entro il 2050), ma la terra coltivata rappresenta già il 68 % di quella disponibile. Di conseguenza la produzione di proteine dagli insetti può rappresentare un’utile alternativa: studiando però i processi produttivi, il substrato ed il tipo di allevamento, lo stadio di sviluppo degli insetti destinati al consumo umano e animale, i metodi utilizzati per la preparazione dell’alimento, del mangime, per lo stoccaggio, la somministrazione finale al consumatore, i rischi legati alle contaminazioni biologiche e chimiche. Molti studi e ricerche devono ancora essere condotti soprattutto nei paesi dove questo consumo non è tradizionalmente presente per garantire la sicurezza al pari di ogni altra fonte proteica.

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