Meno tempo impiegato a cucinare: le conseguenze
Il periodico “ANDID Notizie” (Rivista ufficiale dell’Associazione Nazionale Dietisti) nel IV trimestre 2018 riporta un lavoro di Simone Gulino (Dietista di Ragusa) interessante e attuale. Relativo al graduale abbandono delle abitudini di preparare e consumare il cibo in casa. Un’indagine del “Nutrition Journal”infatti ha registrato una diminuzione drastica nella percentuale di introito energetico giornaliero derivante dai consumati in casa rispetto a quella dal cibo consumato fuori casa. Negli ultimi 50 anni soprattutto i nordamericani, ma anche gli europei impiegano meno tempo per cucinare perché si è sentito il bisogno di facilitare e velocizzare la vita domestica con l’ausilio di lavastoviglie, microonde, cibi surgelati, precotti, snack, scatolame. Le abitudini alimentari degli europei si stanno sempre più avvicinando ai soggetti americani soprattutto nei nuclei urbani e metropolitani) I dati si possono così riassumere:
- aumento dell’assunzione di calorie (specie per le donne) aumento della percentuale di calorie introdotte fuori casa (più 23%)
- riduzione della percentuale di calorie introdotte in casa (meno 23%)
- riduzione della percentuale di soggetti che cucinano abitualmente (uomini in leggero aumento, ma donne in netto calo)
- riduzione dei minuti giornalieri impiegati per cucinare, con calo maggiore nei soggetti a basso reddito (meno 41 min/die) rispetto a quelli a medio (meno 39 min/die) e alto reddito (meno 29 min/die).
Tra gli alimenti non richiedenti preparazione sono inclusi non solo cibi pronti (salse, sughi, surgelati, liofilizzati) ma anche snack (patatine, dolci di ogni tipo), alimenti crudi. Molti studi hanno potuto rilevare come invece chi è abituato a seguire ricette e creare pasti a partire dalle materie prime consumano più frutta, vegetali e cereali integrali: ne deriva una dieta più varia e ricca dal punto di vista nutritivo . A parità di numero di pasti consumati in casa, i più salutari sono quelli che richiedono più tempo. Sono anche maggiori i consumi di frutta e verdura.
I dati finora enunciati sono veri non solo per i soggetti adulti, ma anche per giovani adulti e adolescenti. E’ più probabile che gli adolescenti diventino dei giovani adulti più consapevoli se inclusi nei processi utili alla creazione di un pasto in famiglia. E’ un dato di fatto che i turni di lavoro di oggi sono diversi da quelli di una volta, ma chi si lamenta del poco tempo a disposizione non si domanda quanto ne viene perso per attività ricorsive e inutili quali web-browsing, social networks, televisione: in molti casi il tempo che ci priviamo per cucinare viene sprecato per guardare altre persone cucinare. La spesa dovrebbe essere ben pensata per permettere di coprire più giorni con pasti completi, vari e salutari: la lista della spesa è un esercizio mentale a tutti gli effetti. Inoltre i bar e i ristoranti non sono tutti uguali: alcuni propongono alternative più accettabili di altri. In sede di anamnesi alimentare, è importante che gli Specialisti in Scienza dell’Alimentazione chiedano dove vengono effettuati gli acquisti, quale disponibilità economica si dispone per mettere 2 volte alla settimana il pesce e 2 volte la carne per poter capire meglio le abitudini alimentari praticate in casa e fuori casa e dare raccomandazioni per una corretta diagnosi nutrizionale, perché cucinar bene vuol dire anche amare sé stessi. Sovrappeso e obesità non sono solo condizioni antiestetiche, ma rappresentano la base per lo sviluppo di una pletora di patologie come quelle cardiovascolari, metaboliche, oncologiche, ortopediche.