Consumi alimentari e praticità d’uso

Autori/Authors : Pellati R.

Il periodico “Il pesce” (diretto da Elena Benedetti, per le Edizioni Pubblicità Italia di Modena) ha pubblicato un interessante lavoro sui consumi alimentari che emergono dalle elaborazioni ISMEA sui dati NIELSEN relative agli acquisti di alimenti e bevande delle famiglie italiane per l’intero anno appena trascorso.
In un contesto di generale stagnazione, non mancano i comparti che registrano buone “performance” come le uova che hanno messo a segno una crescita della spesa pari al 14 %.
Grazie alla tracciabilità di filiera e ad una maggior attenzione verso il benessere degli animali, le uova sono state negli ultimi anni rivalutate dal punto di vista salutistico, nutrizionale ed etico.Va segnalata la sostituzione del prodotto allevato in gabbia (ormai quasi irreperibile) con quello allevato a terra, all’aperto, o “bio”.
In particolare si nota che le uova ottenute da galline allevate all’aperto registrano un incremento del 32 % per la spesa e del 22 % sui volumi, a fronte di una flessione significativa di quelle prodotte in gabbia.
Anche per altre categorie merceologiche si rileva l’effetto sostituzione di prodotti che meglio interpretano i bisogni del consumatore contemporaneo A tal proposito si segnala il “latte ad alta digeribilità” (più 9,4 % i volumi e più 4,9 % la spesa) a fronte di un trend negativo (meno 1,9 %) per il latte fresco generico, la pasta integrale (più 3,7 %) in contrapposizione alla flessione della pasta tradizionale (meno 1,9 %), e i dolcificanti che aumentano del 10 % in volume e del 2,6 % in valore, a fronte di una diminuzione degli acquisti di zucchero rispettivamente del 6 % e del 10 %.
Gli italiani continuano a definirsi sempre più frequentemente interessati e informati sulla salute legata all’alimentazione, ma il tempo per realizzare i pasti in casa resta esiguo e insufficiente: crescono infatti gli acquisti di prodotti facili e veloci da preparare. In particolare si evidenziano le “performance” dei piatti “pronti” (più 10 % nel 2018 rispetto al 2017, sia valore che in volume) e una crescita del 112 % in 5 anni.
Nell’ambito dei prodotti ittici si nota un aumento della spesa per quelli prodotti a lunga conservazione (in scatola e congelato) mentre è in calo la spesa per il prodotto fresco. Indubbiamente la sostituzione di una specie ittica con un’altra più economica e meno pregiata è oggi pratica diffusa: l’alto numero di intermediari tra la cattura e la vendita, la sempre più diffusa lavorazione del prodotto, una tracciabilità non impeccabile e l’alto numero di specie immesse sul mercato hanno reso semplice il tranello. Infatti diventa facile sostituire una polpa di capasanta con i cugini poveri, il pesce ghiaccio esportato a tonnellate dalla Cina per bianchetto o rossetto, triplicando i prezzi di vendita. Chiaramente siamo di fronte ad una vera e propria frode alimentare, che trasforma un sarago in un’orata, il pangasio con un halibut, e la verifica da parte dell’utente rimane difficile dato che il prodotto già lavorato in filetti è di difficile riconoscimento. In futuro la straordinaria evoluzione delle tecniche di biologia molecolare, basate soprattutto sul sequenziamento del DNA consentirà di riconoscere gli elementi tradizionalmente impiegati per il riconoscimento di pinne, colore della pelle e altri elementi morfologici particolari. Per ora non ci rimane che leggere attentamente le etichette e scegliere venditori di fiducia per combattere truffe e frodi di commercianti senza scrupoli.

Back to top