Surgelati in aumento

Autori/Authors : Pellati R.

Vittorio Gagliardi, presidente dell’IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), ha reso noti i dati della ricerca Astarea volta a chiarire il ruolo degli alimenti surgelati nelle scelte alimentari degli italiani (un campione di 1000 casi rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 65 anni). Va precisato che i dati forniti da Ismea e Federalimentari danno per il 2011 una riduzione degli acquisti domestici con una flessione della domanda più marcata nel Mezzogiorno che nel resto d’Italia. Una delle componenti che stanno penalizzando il mercato è certamente la problematica dei prezzi d’acquisto delle materie prime; inoltre l’inflazione attesa al 2,7% nel 2011 e la spinta delle quotazioni delle commodity agricole sui costi e sui prezzi non aiuteranno l’attesa ripresa dei consumi alimentari. Nonostante questa situazione, il settore surgelati ha mantenuto le proprie posizioni (+ 0,8% totale) e alcuni dei comparti “storici” del surgelato (vegetali, ittico, pizze) continuano a muoversi con buona incidenza. Nei vegetali il dato interessante riguarda i prodotti preparati (+ 11%) ai quali i consumatori riconoscono un valore oggettivo che prescinde dal prezzo. Il comparto ittico sta offrendo ottime performance (+ 4,5% globale) a testimonianza del fatto che, anche in un momento economico difficile, l’italiano non rinuncia al consumo di pesce. Anche il segmento pizze mostra segnali positivi (+ 6,5%), soprattutto per quanto riguarda il comparto “pizze grandi”(+ 7%), segno evidente che il prodotto oggi è concorrenziale con quello fresco. I segmenti penalizzati sono le paste semilavorate (- 9,50%), la carne bianca (- 1,50%), i piatti ricettati (- 2,80%). Considerando che in Italia il consumo procapite di prodotti surgelati è tra i più bassi d’Europa (13,80 Kg), si comprende come le potenzialità di crescita siano ancora elevate. Inoltre nel nostro Paese l’offerta globale del fresco è più alta rispetto ai principali Paesi europei. Nell’ultimo periodo si è registrato il lancio di referenze proposte in piccoli formati anziché nei tradizionali formati famiglia: i tempi dedicati alla preparazione dei pasti (35 minuti per il pranzo e 33 minuti per la cena), l’aumento delle famiglie mononucleari e dei single, sono tutti fattori che possono contribuire ad ampliare la base delle referenze monodose. Le famiglie a più alto consumo sono quelle con i figli piccoli; l’incremento del consumo dei surgelati negli ultimi 5 anni riguarda la categoria più consigliata dai nutrizionisti: i vegetali (zuppe e minestroni al primo posto). Per quanto riguarda la presenza degli alimenti surgelati nelle mense scolastiche, il consenso risulta “moderato” (molto + abbastanza favorevoli = 66%), anche se i consumatori poco favorevoli sono una minoranza. Da segnalare l’ampia propensione delle famiglie a identificare l’alimentazione scolastica quale garante di una sana dieta per i bambini, come dimostra l’invito ad utilizzare nelle mense i vegetali e il pesce, che sono alimenti più difficilmente
gestibili, per motivi diversi, a livello domestico.

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