Glucosio e attività mentale
L’esagerato consumo di saccarosio verificato in determinate fasce sociali (in particolare: bevande dolcificate nei giovani) ha stimolato le istituzioni a porre freno a questa situazione in considerazione soprattutto all’elevata percentuale di soggetti obesi e in sovrappeso. Contemporaneamente però ci sono soggetti che, per combattere l’obesità, si sottopongono a diete squilibrate, al digiuno e al semidigiuno senza controllo medico. A questo proposito vale la pena tener presente l’importanza del glucosio per un’ottimale funzione delle attività cerebrali.
L’European Food Information Council (Eufic) segnala che, il mantenimento di livelli ematici di glucosio ad un tasso ottimale, è utile per mantenere buone funzioni cognitive soprattutto per prove mentalmente impegnative. Il cervello umano infatti è costituito da una fitta rete di neuroni che sono attive costantemente, anche durante il sonno. Per ottenere l’energia necessaria per sostenere questa attività, il cervello dipende da una fornitura continua di glucosio da parte del sangue. Una dieta equilibrata dovrebbe infatti fornire il 45-60 % dell’energia totale tramite i carboidrati. Di conseguenza un adulto normopeso richiede circa 200 g di glucosio al giorno, due terzi dei quali (130 g) è specificatamente richiesto dal cervello per coprire il suo fabbisogno di glucosio.
Il cervello compete con il resto del corpo per l’utilizzo del glucosio quando i livelli scendono molto, ad esempio in caso di inedia. In queste condizioni, controllando con precisione il proprio consumo di glucosio, il cervello può mantenere il suo alto livello di attività. Questo viene effettuato tramite due meccanismi: primo, prelevando il glucosio direttamente dal sangue quando le sue cellule hanno poca energia; secondo, limitando la quantità di glucosio disponibile al resto del corpo rendendolo più utilizzabile per il cervello. Questi meccanismi sono essenziali per la sopravvivenza. A differenza dei muscoli (cuore compreso) e del fegato, il cervello non può utilizzare direttamente gli acidi grassi come carburanti.
Nonostante questa sofisticata regolazione, cali rapidi nella disponibilità di glucosio possono alterare diverse funzioni cognitive come l’attenzione, la memoria e l’apprendimento.
Studi sul glucosio hanno dimostrato come la somministrazione di questo zucchero può migliorare il funzionamento cognitivo (in particolare la memoria a breve termine e l’attenzione). Nella maggior parte di questi studi, i ricercatori danno ai partecipanti una quantità stabilita di glucosio da bere. Uno studio di Sunram-Lea e coll. ha rilevato che una bevanda a base di glucosio ha migliorato significativamente la memoria verbale e la memoria spaziale a lungo termine nei giovani. L’effetto era simile, sia che la bevanda venisse consumata dopo un digiuno notturno, un digiuno di due ore dopo la colazione o un digiuno di due ore dopo pranzo. In modo simile Riby e coll. hanno scoperto che il glucosio aumenta la memoria.
Le prove mentali più impegnative sembrano rispondere meglio al glucosio rispetto alle prove più semplici. Questo può dipendere dal fatto che l’apporto di glucosio aumenta in condizioni di stress moderato (come avviene nelle prove mentali impegnative).
Dato che il cervello è sensibile a cali a breve termine nei livelli ematici di glucosio, potrebbe essere di beneficio mantenere livelli ematici adeguati di zucchero.
Di conseguenza, per mantenere le funzioni cognitive ad ottimi livelli, è necessario praticare pasti regolari e numerosi studi hanno dimostrato che la prima colazione può aiutare a migliorare le performance mentali amplificando la capacità nelle
prove correlate alla memoria e all’attenzione.
Il cervello è un organo molto attivo che si affida al glucosio per un funzionamento ottimale. Il glucosio deriva direttamente sia da alimenti e bevande contenenti carboidrati, sia dall’organismo da fonti diverse dai carboidrati, però con meccanismi metabolici piuttosto complessi.