Non solo vino per l’uva fresca

Autori/Authors : Pellati R.

Il consumo mondiale di vino è stimato, secondo le fonti più autorevoli, sui 300 milioni di ettolitri.
Dov è nata e com’è nata questa bevanda che raccoglie così grandi consensi dagli albori della storia dell’uomo sino ad oggi ?
Non si sa chi l’abbia inventata. Però si hanno notizie certe sulle località dove è stata prodotta inizialmente.
L’uomo primitivo non poteva immaginare che l’uva raccolta e depositata nei contenitori, dopo alcuni giorni potesse iniziare un processo chimico (chiamato polifermentazione) che trasforma lo zucchero in alcool, grazie ai lieviti presenti nelle bucce.
L’uva era dolce e buona, ma l’uomo sarà stato senz’altro sorpreso nello scoprire che il liquido che si formava al fondo del contenitore dopo alcuni giorni assumeva un gusto diverso: un liquido aromatico, che soprattutto provocava delle sensazioni particolari (euforia, ebbrezza, sonno).
Quindi il vino non era come altri comuni alimenti (esempio olio, carne). Era una bevanda piacevole, ma “strana”, definita anche ”magica”: riusciva a modificare la personalità del bevitore. Alcuni dicevano che l’uomo diventava simile agli dei, e questo spiegava la grande valenza simbolica che l’uomo ha attribuito al più importante derivato dell’uva.
Oggi un ulteriore passo avanti è stato compiuto a proposito della conoscenza dell’uva tralasciando l’enorme utilizzo di questo frutta per la produzione di vino. Oltre all’apporto di vitamina A, B1, B2, PP, K, Ca, P, zuccheri, solubili, sostanze pectiche, acido tartarico (come aiuto per le funzioni intestinali) un gruppo di ricercatori dell’Unità di Ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e analisi dedll’economia agraria) con sede a Turi (Ba) in collaborazione con Ricercatori dell’Università di Bari, ha evidenziato che l’assunzione prolungata dell’uva fresca da tavola costituirebbe un fattore di protezione per alcuni disturbi cardiovascolari. E’ stata scelta la varietà “Autumn Royal”, a bacca nera, per il contenuto moderato di zuccheri e quello elevato di composti fenolici (in particolare antociani) per l’attività antiossidante. Le analisi del sangue effettuate sui volontari sani (dall’inizio del periodo di prova, alla fine e dopo un mese, hanno dimostrato che l’assunzione prolungata di uva ha un effetto anticoagulante dato che, aumentando la capacità fibrinolitica del plasma, riduce i meccanismi di formazione dei trombi ed esalta quelli deputati alla loro rimozione. Quindi un’attività antiossidante che combatte i radicali liberi responsabili del deterioramento dei tessuti e del DNA. Di conseguenza se assunta in dosi “generose” è particolarmente indicata come difesa dai principali fattori di rischio dell’aterosclerosi. In altri termini, ancora una volta è stata sottolineata l’importanza di includere la frutta fresca (uva compresa) nel menù quotidiano (almeno 2-3 porzioni) per mantenere una buona salute e soprattutto di variare le scelte per consentire una completa assunzione di tutti i principi nutritivi essenziali.

Back to top