Progetti per lo sviluppo della filiera oleivicola
L’olio extra vergine di oliva che, da sempre, rappresenta un alimento base della dieta mediterranea, ha un ruolo oramai riconosciuto, a livello mondiale, nella prevenzione dei rischi cardiovascolari per il suo apporto in acido oleico e in costituenti minori ad azione antiossidante, con particolare riferimento ai polifenoli. Infatti, tra gli oli di oliva, è proprio questa tipologia di prodotto, in conseguenza del suo ottenimento dalla sola spremitura meccanica e a temperature quanto più basse possibili, che presenta un più alto contenuto in polifenoli, variabile dai 150 ai 350 mg/kg.
Studi specifici sull’effetto antiossidante dei polifenoli sono stati recentemente condotti a livello europeo per valutare gli effetti di dosi giornaliere standard di oli extra vergine di oliva a differente contenuto in polifenoli, sul danno ossidativo di lipidi, sul LDL colesterolo e sul profilo lipidico.
I risultati ottenuti hanno evidenziato i seguenti effetti conseguenti e proporzionali alla crescente assunzione di polifenoli:
- Incremento del HDL colesterolo
- Riduzione dell’indice colesterolo totale/HDL colesterolo totale
- Riduzione del livello di trigliceridi
- Riduzione dei markers di stress ossidativi
Si è quindi evidenziato come l’effetto protettivo legato ad azione antiossidante ed il miglioramento del profilo lipidico, derivi in misura proporzionale alla presenza, nell’olio extra vergine di oliva, dei polifenoli.
In conclusione, questi studi hanno dimostrato che l’olio extra vergine di oliva svolge un effetto legato non solo agli acidi grassi monoinsaturi (acido oleico), ma anche al contenuto in polifenoli con benefici aggiuntivi sul colesterolo HDL e sulla riduzione del danno ossidativo.
Queste evidenze scientifiche sono di notevole importanza applicativa per il medico-nutrizionista in quanto consentono di raccomandare, in particolare, nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare un’assunzione regolare di 20 ml. giornalieri di olio extra vergine di oliva extravergine, associata alla eliminazione di altri grassi di condimento e la riduzione, ove presente di una eccessiva assunzione di carboidrati (in particolare semplici) al fine di ottenere benefici rispetto alla protezione cardiovascolare.
Giovanni Battista Quaglia
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