Inquinamento involontario da micro e nanoparticolato inorganico negli alimenti
Come precedentemente dimostrato dagli Autori, particelle di dimensioni micro e nanometriche non biodegradabili generate principalmente da combustioni inquinano l’ecosistema e ricadono al suolo coinvolgendo vegetali che, così come sono, diventano cibo o, trasformati, materia prima per l’industria alimentare. Queste particelle vengono pertanto ingerite insieme con l’alimento, passano dall’apparato digerente al circolo sanguigno e, da lì, a tutti gli organi e tessuti dove vengono sequestrate, comportandosi poi come corpi estranei e innescando processi infiammatori. E’ noto che flogosi simili possono dare origine a malattie tumorali, ma le patologie da polveri, come già dimostrato dagli Autori, possono essere anche di natura diversa: cardiovascolare, endocrina, neurologica, sessuale, ecc. Al momento non è stato individuato alcun meccanismo per l’eliminazione del particolato non biocompatibile sequestrato. Tramite una tecnica originale di microscopia elettronica, il particolato può essere rilevato sia all’interno del cibo sia all’interno dei tessuti patologici. L’articolo illustra un caso di polveri a base d’Argento trovate in un campione di carne bovina per uso alimentare comparate a polveri analoghe trovate in un campione di fieno; un caso di particolato d’acciaio individuato in una cialda per gelato e materiale analogo in un campione di cancro del colon; e un caso di mesotelioma peritoneale contenente particelle con Uranio e Torio ritrovate anche nell’ambiente in cui cresceva il radicchio selvatico che la paziente prediligeva come alimento. La legge non riconosce le polveri in questione e, per questo, nessuna azienda alimentare ne controlla la presenza, che spesso si rivela incostante, nel prodotto finito.
As already demonstrated by the Authors, micro- and nano-sized non biodegradable particles mainly generated by combustions pollute the ecosystem and fall to the ground involving vegetables that may be ingested as food or may be transformed into ingredients for the food industry. Therefore, those particles are ingested along with the aliment, negotiate the digestive-system walls, enter the blood stream and hence reach any organ or tissues where they are sequestered and behave as foreign bodies, thus triggering inflammatory processes. It is well known that such phlogoses can give origin to cancers, but, again as already demonstrated by the Authors, micro- and nano-dust can be the cause of cardiovascular, endocrine, neurological and sexual diseases. For the time being, no mechanism has been identified for the elimination of sequestered non biocompatible particulate. Through an original electron-microscope technique, those particles can be detected either in food and in pathological-tissue samples. This paper illustrates three cases: one of Silver particles found in meat and similar material detected in hay; a case of micrometric steal fragments in an ice-cream biscuit and similar dust found inside a colon cancer sample; and a case of Uranium and Thorium particles in a peritoneal mesothelioma compared with similar particles found in the place where the wild chicory the patient had eaten for many years grew. No law now in force recognize those particles and, therefore, no food factory checks their finished products in that respect.
Stefano Montanari
Nanodiagnostics
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