Acque destinate all’uso umano: normativa

Rivista : Anno 47/Numero 2
Autori/Authors : Sciarroni M.

Riassunto

L’acqua è un bene essenziale per la vita. Pertanto, è necessario evitare che in essa si concentrino talune sostanze che possano nuocere alla salute. Appare di palmare evidenza l’opportunità di volgere particolare attenzione a ciò che l’acqua contiene in sé. Al fine della sua potabilità deve, invero, possedere determinate e specifiche caratteristiche, ovvero, deve essere: incolore, insapore, inodore, chimicamente e batteriologicamente pura, priva di particelle sospese. Al contempo, si sottolinea che l’acqua contiene sostanze, cioè, “oligoelementi”, come il potassio, il magnesio, i quali sono in grado di fornire benefici all’organismo umano. La disciplina normativa di riferimento per le acque destinate al consumo umano è il decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001 (“Attuazione della Direttiva 98/83/CEE) e le sue successive modifiche, nonché il Decreto del Ministero della Salute del giugno 2017 che apporta alcune modifiche alla disciplina del 2001. Si precisa che il decreto legislativo n. 31/2001 non si applica alle acque minerali naturali e a quelle medicinali riconosciute, nonché alle acque destinate esclusivamente a quegli usi, per i quali la qualità delle stesse non ha ripercussioni dirette o indirette sulla salute dei consumatori interessati. L’acqua rappresenta uno dei pilastri fondamentali per la salute, risulta essere, però un elemento di estrema instabilità, in ragione dei mutevoli cambiamenti ambientali e climatici e dei vetusti sistemi di reti idriche che si sono susseguiti negli ultimi anni. Ciò si traduce in una maggiore vulnerabilità dell’ecosistema acquifero e, dunque, rende più attuale la problematica relativa alla sicurezza delle acque e alla loro tutela.

Autore per corrispondenza: 

Monica Sciarroni
Foro di Roma
email: [email protected]



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