Nuove tendenze: happy hour
Salvatore Vaccaro (Servizio Dietologia-Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova – Reggio Emilia) ha esaminato sul mensile Doctor la nuova tendenza dell’Happy hour, che si verifica nei locali pubblici italiani, con offerta di pizzette, tramezzini, insaccati di ogni genere, sottaceti, patatine, formaggi, maionese e quant’altro, il tutto innaffiato da cocktail alcolici, colorati, ricchi di zuccheri.
Molti consumatori considerano un ricco aperitivo un degno sostituto della cena (per giunta ad un prezzo molto più ragionevole), altri invece lo considerano un utile e indispensabile mezzo per favorire l’appetito in previsione di quello che si mangerà poi a casa.
Da un punto di vista strettamente dietetico, gli aperitivi alcoolici ( e gli stuzzichini annessi )non vanno considerati sostituti della cena, in quanto risultano costituiti da alcool, zuccheri semplici, grassi, mentre una cena ben articolata ( primo, secondo con contorno di verdura, pane e frutta), con porzioni ragionevoli in base al peso corporeo e allo stile di vita, risulta più bilanciata in nutrienti, apportando carboidrati complessi, proteine, grassi, fibra, vitamine, sali minerali.
Secondariamente, dall’happy hour deriva un apporto calorico che si somma a quello giornaliero. Infine gli aperitivi non danno un senso di sazietà e mangiando in compagnia (chiacchierando e scherzando) rimane difficile calcolare le quantità assunte di alimenti.
In passato le scelte offerte al bar per l’aperitivo erano limitate a pochi ingredienti (olive, sottaceti, arachidi). Oggi sono diventate molto abbondanti e poco corrette dal punto di vista nutrizionale. I cocktail alcolici vengono serviti in bicchieri di varia grandezza e di varia composizione, ed è difficile definire la porzione standard soprattutto per quanto riguarda il contenuto di alcool. Gli stuzzichini poi non sono solo artigianali, ci sono anche quelli industriali, e tutto dipende dalla generosità del barman.
Il nutrizionista invita i consumatori a farne un uso razionale, soprattutto per coloro che devono praticare diete ipocaloriche o che sono colpiti da particolari patologie. In altre parole, sebbene la tendenza all’happy hour stia dilagando, va limitata per evitare occasioni di eccesso calorico.