Fabbisogno proteico
Per quanto le proteine svolgano un ruolo insostituibile nell’alimentazione umana e godano di larga fama nell’immaginario collettivo, va evidenziato che ne servono meno di quanto comunemente si pensa, e soprattutto meno di quanto la popolazione occidentale ne stia consumando.
L’Unione Europea segnala che nel 2007 il consumo di carne bovina (sebbene sia in calo) è stato di 17,1 Kg pro-capite, però dobbiamo tener presente che a questo quantitativo bisogna aggiungere 39,8 Kg di carni suine (fresche e insaccate), 22,3 Kg di carni ovine, 23 Kg di pesce (fresco e conservato), 2,3 Kg di carni ovi-caprine, 57 litri di latte, 5 Kg di yogurt, 20 Kg di formaggi, 220 uova (valori sempre riferiti pro-capite anno).
Nei prodotti carnei la percentuale di proteine si aggira intorno al 20 %, però nelle semiconserve (salumi, prosciutti, spalle) la percentuale sale al 27-28 % e lo stesso dicasi per i formaggi freschi (mozzarella, stracchino 18-20 %) e quelli stagionati dove si raggiunge il 36 %.
A questi consumi bisogna poi tener presente che nei derivati del grano (pasta, pane, crackers, biscotti, dolci) le proteine vegetali si aggirano intorno al 10 % (riso 7 %) nei legumi secchi si arriva al 22-23 %, per non dire della soia che supera il 30 %.
Tutti questi valori ci portano ad assumere mediamente circa il 60 % in più di proteine rispetto a quelle raccomandate. Non a caso la comunità scientifica nazionale e internazionale mette in guardia da anni sul rischio legato ad un eccessivo consumo di proteine animali (possibile causa di patologie tumorali e cardiovascolari, per il conseguente aumento anche di utilizzo di esagerate dosi di grassi saturi), oltre a segnalare un rapporto diretto tra eccessivo consumo di carni rosse e cancro al colon e tumore mammario.
Un’esagerata assunzione di proteine provoca un sovraccarico funzionale per il tessuto epatico, l’apparato renale,e la necessità di introdurre un’adeguata dose di acqua per lo smaltimento dei prodotti di rifiuto (urea in particolare). L’eccesso proteico determina anche una maggior eliminazione di calcio attraverso le urine e, a sua volta, l’incremento dell’escrezione di calcio, innalza la percentuale di rischio di calcoli renali.
L’apporto proteico ottimale è quello in grado di mantenere in equilibrio o rendere positivo, a seconda delle singole necessità, il bilancio azotato.