Anno 39/Numero 2
Pratiche, pubblicità e comunicazioni commerciali di prodotti alimentari, con riferimenti alla tutela dell’infanzia
La tutela del consumatore negli ultimi decenni ha assunto un ruolo che si è sempre più consolidato nelle moderne società, ha altresì rappresentato il punto focale del riconoscimento del diritto dei consumatori sul fronte della legislazione interna, la quale ha recepito le politiche adottate in sede comunitaria.
L’ordinamento Italiano, per la prima volta ha riunito, attraverso l’emanazione del Codice del consumo (D.lgs 206/2005), le più importanti norme vigenti in tema di tutela dei consumatori, ciò in perfetta armonia con le disposizioni comunitarie. La ratio del Codice consiste nella tutela della effettiva libertà del consumatore al fine dell’assunzione di scelte consapevoli. Premesso che la caratteristica precipua del mercato dei consumi risulta essere la presenza delle cosiddette “asimmetrie informative” intercorrenti tra il consumatore-utente e il professionista-imprenditore, è ben chiaro che lo squilibrio tra le due parti favorisca in larga parte il professionista-imprenditore e consenta a quest’ ultimo di influenzare le scelte del consumatore-utente, il quale, infatti si orienta sulla scorta delle modalità di persuasione, delle tecniche di presentazione dei prodotti e non in base alle proprie reali necessità. L’informazione e la comunicazione pertanto sono da considerare come le linee guida fondamentali a cui fare riferimento nel campo della tutela dei consumatori, perché rivolte ad offrire all’utente alcuni canali di protezione indirizzandolo, quindi verso una scelta consapevole. Si ritiene pacificamente che attraverso delle informazioni chiare e trasparenti venga ad attuarsi l’educazione dello stesso consumatore, il quale comprendendo le logiche del mercato può migliorare e ottimizzare le proprie personali decisioni. Invero la seconda parte del Codice del consumo è dedicata alle materie dell’educazione, dell’informazione, delle pratiche commerciali e della pubblicità; in particolare si segnala per il commercio alimentare l’articolo 5, laddove viene puntualmente precisato che la sicurezza, la composizione e la qualità dei prodotti e dei servizi costituiscono contenuto essenziale degli obblighi informativi. Primaria attenzione deve essere rivolta ai messaggi che, in quanto suscettibili di raggiungere i bambini e gli adolescenti, possano approfittare della loro ingenuità e della loro credulità, ovvero li metta in grado di condizionare le scelte dei propri genitori, soprattutto in ordine all’acquisto di prodotti alimentari che andranno ad inserirsi nel regime nutrizionale dei medesimi bambini. Il presente lavoro, dapprima ha esaminato gli obblighi informativi generali, di seguito si è soffermato sulla correttezza delle pratiche, delle comunicazioni e delle pubblicità commerciali, con maggiore attenzione alla funzione dei messaggi pubblicitari e delle pratiche commerciali indirizzate all’infanzia, le quali risultano sempre più spesso ingannevoli e poco salutari.
Previsione della resa di trasformazione del formaggio ovino tipo semicotto prodotto nel Lazio: primi risultati sperimentali
L’obiettivo dello studio è di valutare l’effetto della composizione del latte sulla resa di trasformazione e sulla composizione del formaggio di pecora tipo “semicotto” prodotto nel Lazio. Le prove di trasformazione sono state eseguite presso quattro caseifici del Lazio. Sui campioni di latte sono state determinate le principali caratteristiche chimico-fisiche e l’attitudine alla coagulazione. Sul formaggio, oltre alla resa, sono stati determinati i contenuti di umidità, grasso, proteina e ceneri. La resa di trasformazione a 24 ore mediamente rilevata è stata del 18,65%. L’equazione ottenuta per la stima della resa di questo formaggio è la seguente: y = 1,315*grasso% + 1,750*proteina%, con R2 = 0,87. Il contenuto medio di grasso, espresso sulla sostanza secca, riscontrato nel formaggio di questo studio è uguale a 50,89%. È stato stimato anche l’effetto del contenuto di grasso e proteina del latte sulla percentuale di grasso del formaggio: y = 26,947 + 1,723*grasso latte% + 2,209*proteina latte%; con R2 = 0,68. Dai risultati ottenuti, sia per la resa di trasformazione che per il contenuto di grasso del formaggio risulta particolarmente importante il ruolo della proteina.
The aim of this trial is to evaluate the effect of milk characteristics on yield and quality of “semicotto”, a sheep cheese made in Latium region (Italy). The trial was carried out in four cheese plants located in Latium. The following analyses were performed on milk samples: fat, protein content, somatic cell count, pH and coagulating properties. On cheese samples moisture, fat, protein and ash content were analysed. The average cheese yield at one day after manufacture was 18,65 kg from 100 litres of milk. The predictive yield formulas of “semicotto”
cheese was the following: y = 1,315*fat% + 1,750*protein%, R2 = 0,87. The average fat content found in the same cheeses was 50,89% on dry matter. The effect of milk fat and protein content on cheese fat content was estimated by the following relation: y = 26,947 + 1,723*milk fat% + 2,209*milk protein%; R2 = 0,68. From the results of this trial it comes out that the milk protein content plays a role particularly important in the yield and fat content of “semicotto” cheese.
Monitoraggio della pubblicità degli alimenti nella televisione italiana
Monitoraggio qualitativo e quantitativo degli spot alimentari trasmessi da emittenti televisive
a diffusione nazionale in Italia e negli USA.
Metodi: In Italia, sono state monitorate – da settembre 2006 a luglio 2007 – 9 emittenti televisive,in quattro diverse fasce orarie (mattina 07:00 - 09:30, pranzo 13:00 - 15:30, cena 19:00 - 20:30 e sera 20:30 - 21:30), per il rilievo del numero e del tipo di spot commerciali di prodotti alimentari per un totale di 265 rilevazioni. In USA, nello stesso arco di tempo, sono stati monitorati cinque canali a diffusione nazionale in due distinte fasce orarie (prime time e day time) per un totale di 86 rilievi.
Risultati: In Italia, 1939/6087 (31%) spot commerciali avevano come oggetto prodotti alimentari. Il numero di spot alimentari trasmessi era di 5.5 ± 4.3, 9.6 ± 5.1 e 8.1 ± 5.3 spot/ora (P < 0.001), rispettivamente per le reti televisive pubbliche e per i due gruppi di televisioni commerciali. I prodotti maggiormente pubblicizzati erano gli snack dolci (18%), seguiti dai prodotti light/arricchiti (12%) e dalle bevande alcoliche (11%). In USA, il numero di spot di prodotti alimentari era più basso rispetto all’Italia in valori percentuali (636/3182 spot; 20%) ma simile come numero assoluto di spot trasmessi. I prodotti alimentari più pubblicizzati erano quelli da fast food (33%).
Conclusioni: In Italia, gli spot di prodotti alimentari costituivano circa un terzo del totale dei passaggi pubblicitari. Gli snack dolci rappresentavano la categoria maggiormente pubblicizzata. L’offerta pubblicitaria in Italia e in USA presenta alcune differenze da un punto di vista qualitativo.
This is a 1-year screening carried out to analyze qualitative and quantitative aspects of food related TV adverts in Italian and US broadcasts.
Methods: In Italy, commercials were monitored on national TV channels (n = 9). Data were collected during 4 periods of the day: morning (07:00 - 09:30), lunchtime (13:00 - 15:30), dinnertime (19:00 - 20:30) and evening (20:30 - 21:30). In the US, five national broadcasts were monitored during prime time and day time.
Results: In Italy, 1939 out of 6087 (31%) commercials regarded food products. Broadcasting rate for food commercials was 5.5 ± 4.3, 9.6 ± 5.1 and 8.1 ± 5.3 spots/hour (P < 0.001), respectively for public and the two groups of commercial broadcasting stations. The most popular advertised category of food was that of sweet snacks, followed by enriched/light foods and alcoholic beverages. In the US, 636 out 3182 (20%) were food commercials.
The most popular food-related advertisements were those of fast food chains. Both in Italy and in the US, on average, 7 food commercials/h were advertised.
Conclusions: In Italy, food adverts constituted one third of the total broadcasted commercials and, among them, sweet snacks adverts were mostly represented. Italy and US television broadcasts showed some differences for qualitative aspects of food advertisements.
Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica
Un’ alimentazione equilibrata e corretta, ma anche gradevole ed accettabile,costituisce per tutti un presupposto essenziale per il mantenimento di un buono stato di salute e, con particolare riguardo per l’età evolutiva, una crescita ottimale; per tale obiettivo, risulta strategica l’acquisizione di corrette e durature abitudini alimentari sin dall’infanzia.
I recenti e profondi cambiamenti dello stile di vita delle famiglie e dei singoli hanno determinato, per un numero sempre crescente di individui, la necessità di consumare almeno un pasto fuori casa, utilizzando la ristorazione collettiva (scolastica, ospedaliera, aziendale, commerciale). È dunque di fondamentale importanza nella ristorazione collettiva elevare il livello qualitativo dei pasti, mantenendo saldi i principi di sicurezza igienica, di qualità nutrizionale e organolettica e del corretto utilizzo degli alimenti e, nello stesso tempo, favorire scelte alimentari nutrizionalmente corrette, tramite interventi di valutazione dell’adeguatezza dei menù e la promozione di alcuni piatti/ricette.
Il Ministero è attivamente impegnato nella definizione di una strategia volta alla promozione degli stili di vita salutari e alla riduzione delle malattie non trasmissibili e, in tale ottica, ha inteso approfondire in prima istanza il tema della ristorazione scolastica. Le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 134 dell’11 giugno 2010, muovono dall’esigenza di facilitare, sin dall’infanzia, l’adozione di abitudini alimentari corrette per la promozione della salute e la prevenzione delle patologie cronico- degenerative (diabete, malattie cardiovascolari, obesità, osteoporosi, ecc.) di cui l’alimentazione scorretta è uno dei principali fattori di rischio. Il documento elaborato, rivolto a tutti gli operatori della ristorazione scolastica, intende fornire indicazioni per migliorarne la qualità nei vari aspetti, in particolare quello nutrizionale attraverso:
• l’adeguatezza nutrizionale di ciascun pasto, sulla base delle effettive esigenze calorico-nutrizionali della fascia di età cui è destinato;
• una razione alimentare globalmente adeguata nelle sue componenti nutritive e funzionali, tenendo conto sia dei pasti assunti in casa sia fuori;
• il contribuire in modo soddisfacente ad una assunzione di frutta e verdura in linea con le quantità auspicate (considerata l’esigenza di assumerne almeno 5 porzioni al giorno).
Una corretta gestione della ristorazione, attenta all’acquisizione di abitudini alimentari corrette e intesa come occasione di promozione della salute, può svolgere un ruolo di rilievo anche nell’educazione alimentare coinvolgendo, oltre ai bambini/ragazzi, famiglie e docenti.