Esposito M.

Studio sulla contaminazione da metalli in prodotti ittici provenienti dall’area marina di Crotone

Rivista : Anno 41/Numero 1

L’interesse per gli effetti dell’inquinamento urbano e industriale sul comparto pesca è sempre crescente dal momento che diverse sostanze tossiche derivanti da fonti naturali o antropogeniche sono immesse continuamente nell’ambiente acquatico e pongono tutta una serie di problemi a causa delle loro caratteristiche di alta persistenza, bioaccumulo e biomagnificazione lungo la catena alimentare (Gray, 2002; Papagiannis et al., 2004). Gli elementi in tracce in particolare, possono raggiungere elevate concentrazioni negli organismi marini analogamente agli inquinanti organici persistenti (POPs); le specie acquatiche infatti possono assimilare questi elementi, siano essi essenziali o non essenziali, e accumularli in vari organi. Il grado di accumulo dipende dall’equilibrio tra apporto e eliminazione dal loro organismo (Karadede et al., 2004) per cui la concentrazione mostra enorme variabilità tra i diversi elementi in traccia e tra le varie specie animali (Rainbow, 2007). Vari studi hanno dimostrato che la concentrazione dei metalli nel tessuto muscolare è solitamente inferiore rispetto a quella nel fegato (Papagiannis et al., 2004; Karadede et al. 2004), ma in genere il muscolo è considerate un efficace biomarcatore per la valutazione dell’inquinamento da metalli nei sistemi acquatici (Barak and Mason, 1990; Rashed, 2001) ma soprattutto è utile per la valutazione del rischio per i consumatori di pesce poiché esso rappresenta la parte edibile dei pesci.

I prodotti ittici costituiscono una componente importante della dieta in Italia, soprattutto nelle regioni del sud caratterizzate da lunghe coste; negli ultimi anni però molte aree del Mezzogiorno sono state segnalate come fortemente inquinate, in misura tale da richiedere interventi di bonifica ambientale e un monitoraggio costante. Tra questi luoghi, l’area industriale di Crotone in Calabria è stata inserita tra i Siti di Interesse Nazionale (D.M. 468/01) a causa di una preoccupante contaminazione da metalli (piombo, cadmio, arsenico, rame e zinco) e un’alta incidenza di patologie neoplastiche nei dintorni dell’area industriale (WHO, 2001). Questo sito è costituito dall’area a nord della città di Crotone racchiusa tra le foci dei due fiumi Esaro e Passovecchio e comprendente le due città di Cassano allo Jonio e Cerchiara Calabria, due insediamenti industriali abbandonati, una discarica municipale e tutta l’area costiera dell’area industriale. Nelle aree intorno agli stabilimenti dismessi sono stati riscontrati elevati livelli di zinco, cadmio e nichel, e l’eventualità che questi inquinanti possano essere immessi nel Mar Ionio ha portato le autorità sanitarie a cercare di stabilire lo stato di contaminazione ambientale da elementi in traccia attraverso la determinazione dei loro livelli nel pesce, giustamente considerato come un valido indicatore per il bio-monitoraggio dell’ambiente marino.

Inoltre, la valutazione della presenza di metalli non essenziali e tossici nei pesci destinati al consumo umano costituisce un rilevante aspetto della sicurezza alimentare, in particolare nel caso di quei metalli (piombo, cadmio e mercurio) per i quali la norma europea ha fissato limiti massimi. (Reg. CE 1881/2006).

Il piano UE in Campania: un modello operativo per fronteggiare l’emergenza diossine

Rivista : Anno 38/Numero 3

La Campania, fin dal 2002, è oggetto di un’intensa attività di monitoraggio del territorio prevista non solo dalle normali attività stabilite dai piani nazionali (PNR e PNAA) ma anche dalla Legge Regionale 3/2005 e dal piano di Sorveglianza Regionale. Il riscontro in alcuni campioni di mozzarella della presenza di diossine oltre i limiti ammessi dalla normativa comunitaria, ha fatto scattare nel marzo 2008 un’emergenza che ha messo a rischio l’intero settore produttivo della Campania, generando allarme nei consumatori e nelle autorità preposte alla salvaguardia della salute. Per affrontare questa situazione il Ministero della Salute, in collaborazione con la Regione Campania, ha elaborato un piano di controllo straordinario che ha permesso in pochi giorni di analizzare il latte destinato alla produzione della mozzarella, identificare e bloccare le aziende contaminate e monitorarle fino al loro rientro nei parametri di accettabilità dal punto di vista della sicurezza alimentare. Questo piano ha dovuto in pochi giorni fronteggiare e scongiurare il rischio dell’applicazione della clausola di salvaguardia da parte dell’UE in seguito alle non conformità dei campioni di mozzarella che avevano fatto scattare il sistema di allerta. L’esito del piano ha consentito di confermare la qualità della “Mozzarella di Bufala Campana DOP” ed evitare un grave danno alle attività produttive regionali, in assenza di un reale rischio per la salute dei consumatori. I risultati hanno consentito di localizzare gli allevamenti contaminati da diossine in una esigua parte della provincia di Caserta, mentre la maggior parte della regione è risultata essere libera da contaminazione.



Campania since 2002 is under an intensive monitoring of the area provided not only from ordinary activities established by national plans (PNR and PNAA), but also by the Regional Law 3/2005 and the Regional Surveillance Plan. In March 2008, analyses of some samples of mozzarella revealed the presence of dioxins above the limits allowed by legislation, generating alarm among consumers and the authorities responsible for safeguarding health, laying on the line the entire productive sector of the Campania. To face this danger, the Ministry of Health, in collaboration with Regional Authority, has developed a plan to control overtime that allowed in a few days to analyze the milk for the production of mozzarella, to identify and block the farms and then to monitor them until to return to safety parameters .. The plan avoided the application of the safeguard clause by the EU following the non-conformity of the samples of mozzarella that had triggered the alert system. The outcomes of the plan made it possible to confirm the quality of the “Mozzarella di Bufala Campana DOP” therefore in the absence of an effective health risk to consumers a significant damage to regional production activities was avoided . The results made it possible to locate the farms contaminated by dioxins at a very small part of the province of Caserta, while most of the region is found to be free from contamination.

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