Controllo del comportamento alimentare

Rivista : Anno 38/Numero 4
Autori/Authors : Pellati R.

Nelle ultime decadi la prevalenza dell’obesità è aumentata in misura esponenziale ed il fenomeno ha assunto dimensioni mondiali, stimolando la ricerca di nuovi approcci terapeutici per ridurre il fenomeno.
Finora l’attenzione è stata rivolta al sistema nervoso centrale, con la messa a punto di varie molecole (fentermina, fenfluoroamina, sibutramina, rimonabant). Recentemente i farmacologi hanno indirizzato l’attenzione al tratto gastrointestinale.
E’ stato così scoperto un meccanismo di controllo del comportamento alimentare che coinvolge un derivato di un acido grasso naturale: N-oleil etanolamide (NOE).
La NOE è sintetizzata nel piccolo intestino dove i suoi livelli diminuiscono in condizioni di digiuno e aumentano in modo notevole (circa 300 volte) nel corso dei pasti con un ritmo circadiano regolare. Queste fluttuazioni postprandiali producono segnali precisi che modulano la sazietà.
Il Centro Ricerche Bracco ha recentemente presentato una composizione brevettata a base di NOPE (il precursore della NOE) ed epigallocatechingallato (EGCG).
La NOPE è un fosfolipide minore presente in molti cibi d’origine animale e vegetale ed in particolare è abbondante nella soia, nelle uova e nel cioccolato. La NOPE è idrolizzata dalle fosfolipasi D delle membrane cellulari a N-oleil-etanolamide (NOE) ed acido fosfatidico.
La NOE ha di recente suscitato interesse perché è in grado di contrastare l’effetto dell’anandamide, un agonista dei recettori cannabinoidi. Da tempo è noto che l’attivazione di questi recettori comporta un aumento dell’appetito e, di conseguenza, un aumento dell’assunzione di cibo. Nell’animale da esperimento è stato dimostrato che la somministrazione di NOPE riduce l’assunzione di cibo e favorisce il calo ponderale.
Il NOPE è stato associato all’EGCG (epigallocatechingallato, la catechina caratteristica del tè verde) di cui è ben nota l’attività antiossidante che, oltre a ridurre gli eccessi di colesterolo nel sangue, contribuisce al controllo dell’omeostasi ponderale e alla termogenesi.
Uno studio in doppio cieco effettuato su 138 pazienti da Mariangela Rondanelli e collaboratori (Università di Pavia, Servizio Endocrino Nutrizionale della Facoltà di Medicina) ha potuto verificare che il presidio terapeutico suddetto è interessante per il suo ampio spettro di attività non solo sui parametri soggettivi di percezione della sazietà, ma anche sugli indici metabolici alterati che spesso accompagnano l’obesità, con effetti collaterali trascurabili.
I risultati incoraggianti di questo studio hanno portato alla progettazione di uno studio multicentrico nazionale (sotto la direzione di Maria Letizia Petroni, direttore del Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Istituto Auxologico Italiano), coinvolgendo numerosi Servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica. Oltre a valutare l’efficacia del prodotto nel mantenimento del calo ponderale raggiunto, verranno valutati i parametri caratterizzanti la sindrome metabolica.
 

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