Anno 38/Numero 1
Fitocomposti e dieta: quale efficacia nelle dislipidemie
Le dislipidemie rappresentano un fattore di rischio per le malattie cardio e cerebrovascolari. La terapia dietetica da sola non è in grado in una buona parte dei casi di normalizzare i valori lipidici. In prevenzione secondaria, nelle dislipidemie familiari e nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare i farmaci di prima scelta sono le statine. Ma i pazienti con ipercolesterolemia lieve-moderata, basso rischio cardiovascolare complessivo (<10%) o che con la statina non raggiungono il target terapeutico, possono giovarsi dell’utilizzo di integratori alimentari che stanno fornendo evidenze scientifiche incoraggianti. Tra gli integratori funzionali attualmente disponibili in commercio, i fitosteroli sembrano essere quelli più promettenti. Sono molecole di natura sterolica presenti nelle piante. L’assunzione di circa 2 g/die di tali composti sotto forma di integratori alimentari o di “functional foods”associati ad una dieta ipolipemizzante può, secondo alcuni autori, portare addirittura ad una riduzione complessiva del colesterolo totale del 20 %. Anche il lievito del riso rosso fermentato dal Monascus purpureus ha dimostrato potenzialità similare alla pravastatina nella riduzione del colesterolo LDL. Mentre per il policosanolo, una miscela di alcoli alifatici derivati dalla canna da zucchero cubana, non sono ancora inequivocabilmente dimostrati i benefici. Altri composti vegetali potrebbero rivelarsi degli alleati nella lotta contro il colesterolo come la berberina, la tangeritina, o come lo pterostilbene, antiossidante individuato nei mirtilli e in altre bacche, efficace nel ridurre il colesterolo ed in grado di competere con alcune statine senza provocare effetti indesiderati.
Dyslipidemia is a risk factor for cardiovascular and cerebrovascular diseases. Diet therapy alone is not able in many cases to normalize lipid values. In secondary prevention, in genetic dyslipidemia and in patients at high cardiovascular risk, statins are drugs of first choice. But patients with mild to moderate high cholesterol, low total cardiovascular risk (<10%) or out of LDL target with drugs, may benefit of using dietary supplements that are providing encouraging scientific evidence. Among the functional supplements currently available on the market, phytosterols seem to be the most promising. They are molecules present in plants. Taking about 2 g / day of such compounds in form of food supplements or "functional foods", associated with a lipid-lowering diet, may lead to a reduction of total cholesterol by 20%., according to some authors. The red yeast rice fermented by Monascus purpureus showed similar potential to pravastatin in reducing LDL cholesterol. While the Policosanol, a mixture of aliphatic alcohols derived from sugar cane in Cuba, are not yet clearly demonstrated the benefits. Other plants might be allies in the fight against cholesterol as berberina, tangeritina, or as the pterostilbene, an antioxidant found in blueberries and other berries, effective in reducing cholesterol and able to compete with some statins without side effects .
Morphological and chemical/physical changes on Caco-2 cells treated with various concentrations of tocopherol and 2,2’,-azobi
In questo studio sono state usate linee cellulari Caco 2 per testare l’effetto sulla capacita’ antiossidante/ossidante del mezzo e su eventuali cambiamenti morfologici e fisici indotti da alcune sostanze ossidanti e antiossidanti (2,2’-Azo-bis (2-amidinopropane) dicloridrato) e l’-tocoferolo, sull’epitelio colturale. Le analisi della capacità antiossidante, del mezzo culturale, sono state condotte mediante il saggio di sbiancamento della crocina e quelle morfologiche e fisiche mediante analisi istologica e Resistenza Elettrica Trans Epiteliale (TEER). I risultati hanno mostrato che l’-tocoferolo ha caratteristiche antiossidanti in presenza del 2,2’-Azo-bis (2-amidinopropane) dicloridrato; ha proprietà ossidanti se usata da sola o ad alte concentrazioni. Le analisi fisiche e quelle istopatologiche hanno mostrato che i cambiamenti cellulari sono legati alle capacita’ antiossidanti del mezzo, con danni evidenti a concentrazioni di tocoferolo piu’ elevata (0.30-0.40 mg/ml).
In this study Caco-2 cell lines were used to show the effects that the presence of oxidant and antioxidant compounds have on antioxidant capacity and on morphological and physico/chemical changes. The Trans Epithelial Electrical Resistance (TEER) the histological analysis and the antioxidant capacity by the crocine assay were used demonstrated that the morphological changes are related to the variations in antioxidant capacity of the medium with a cell damage at the high levels of -tocopherol concentration utilized (0.30-0,40mg/ml).
L’obbligo morale e l’atteggiamento del consumatore italiano verso l’acquisto di pomodori biologici, freschi e trattati
Il presente studio focalizza l’attenzione sul ruolo delle norme morali e dell’atteggiamento verso l’acquisto di pomodori biologici freschi e trattati in Italia. Le relazioni di natura psicologica sono state approfondite attraverso la Teoria del Comportamento Pianificato. La componente positiva delle norme morali è stata trovata strettamente correlata sia all’atteggiamento cognitivo che affettivo verso l’acquisto dei pomodori biologici. Di conseguenza esistono delle motivazioni morali altruistiche dietro un atteggiamento, sia cognitivo che affettivo, nell’acquisto del biologico nel nostro paese. Le norme morali, quando si acquista biologico in Italia, non sono più solamente viste come un obbligo egoistico di tipo salutistico, di ricerca del buon gusto e della sicurezza alimentare, ma al contrario anche come “un personale contributo a qualcosa di migliore”, “al sentirsi una persona migliore” ed “al sentirsi che si sta facendo la cosa moralmente giusta”. I dati sono stati analizzati attraverso l’uso dei modelli ad equazioni strutturali per variabili latenti.
The present study focused the attention on the role of moral norms and the attitude towards buying organic fresh and processed tomatoes in Italy. This psychological relationship was studied through the Theory of Planned Behaviour framework. The positive component of moral norms was found strictly correlated to both cognitive and affective attitude towards buying organic and consequently this led to the fact that unselfish reasons exist behind possibly buying organic food. The moral norms when you buy organic in Italy are not ever seen only as a healthy-tasty-safety selfish obligation, but conversely also as “making a personal contribution to something better”, “making me feel like a better person”, “feel like doing the morally right thing”. Data were analysed using Structural Equation Modelling (SEM) for latent variables.
Influenza della concimazione sulla produzione quanti-qualitativa di ortaggi baby leaf per la quarta gamma in coltivazione biolo
Scopo del presente lavoro è stato valutare l’influenza della tecnica colturale, in particolare della concimazione, sulla resa e sull’accumulo di nitrati in alcuni ortaggi baby leaf (lattuga, valerianella, rucola e spinacio) da destinare alla IV gamma. Le prove sono state effettuate in serre-tunnel presso aziende orticole convenzionali e biologiche, seguendo le rispettive agrotecniche e prevedendo tre livelli di concimazione NPK: la dose normalmente distribuita, la metà di questa ed il testimone non concimato. I risultati hanno evidenziato un’elevatissima fertilità dei terreni utilizzati, che non ha consentito incrementi produttivi con la concimazione; piuttosto, è stato osservato un peggioramento qualitativo del prodotto per l’accumulo di nitrati in conseguenza della somministrazione di dosi di N eccessive. Tra la coltivazione biologica e quella convenzionale sono risultate poche differenze: nello spinacio biologico le dimensioni fogliari sono state maggiori ed il contenuto di nitrati minore rispetto a quello convenzionale; anche nella rucola biologica il tenore in NO3- è stato minore e la percentuale di sostanza secca più elevata. Presumibilmente, l’abbondante quantità di sostanza organica apportata in biologico determina delle disponibilità di nutrienti del tutto paragonabili a quelle osservate nelle colture convenzionali. Tuttavia, l’assenza di trattamenti con fitofarmaci di sintesi e soprattutto della sterilizzazione chimica del terreno, rende la coltivazione biologica più ecologicamente sostenibile rispetto a quella convenzionale. La determinazione delle asportazioni di N, P e K ottenuta con le presenti prove rappresenta un’acquisizione importante ai fini della corretta pianificazione delle concimazioni delle colture da foglia baby leaf.
The research was aimed at evaluating the effect of the cultivation system and fertilisation on the yield and the content of nitrates in some minimally processed baby leaf vegetables (lettuce, lamb’s lettuce, rocket and spinach). Trials were carried out in greenhouses at firms producing through organic or conventional systems, and three NPK fertilisation levels were studied: the dose usually applied, the half dose, and the control without fertilisation. Soils were very rich, and so no effect of fertilisation on the yield was observed. On the contrary, a high nitrate content in consequence of excess of N fertilisation arose. Few differences between organic and conventional growing systems arose: spinach organically grown showed wider leaves and less nitrates in comparison with the conventionally grown plants, and organically grown rocket had few nitrates and a higher content of dry matter. Probably, mineralisation of the great amounts of organic manure applied in organic farming caused the same availability of nutrients as in conventional system. Nevertheless, organic agriculture results more ecologically sound in comparison with conventional system, because chemical pesticides are not applied, and above all no chemical soil sterilisation is performed. The determination of N, P and K uptakes is an important result of these trials, useful to plan the right fertilisation of baby leaf vegetables.
Stato nutrizionale e adeguatezza dei pasti forniti in anziani ospiti di case di riposo nel territorio della ASL RM/C
E’ stato eseguito uno studio su un campione di anziani residenti in 3 Case di Riposo presenti sul territorio dell’Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) Roma C, allo scopo di valutare sia lo stato nutrizionale che l’adeguatezza nutrizionale dei pasti forniti. Per la valutazione dello stato nutrizionale e della composizione corporea sono stati utilizzati diversi indicatori: l’ Indice di Massa Corporea (I.M.C.), la plicometria, la circonferenza vita, il Mini Nutritional Assessment (M.N.A.) e l’impedenziometria. Tutte le rilevazioni antropometriche sono state rapportate ai percentili di riferimento per età, utilizzando studi riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. L’età media e la deviazione standard (DS) degli ospiti osservati era 85,4 ± 7,7 anni. L’I.M.C. ha permesso di individuare una percentuale di anziani a rischio di malnutrizione pari al 4%, mentre con il M.N.A. si è accertata la presenza di malnutrizione nel 6,5% della popolazione e un rischio di malnutrizione nel 60,8% degli anziani valutati. Dall’analisi delle tabelle dietetiche dei menu somministrati agli anziani è risultato che alcuni valori come l’apporto proteico, lipidico, energetico e del colesterolo erano superiori a quanto raccomandato dai Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti (L.A.R.N.) per la popolazione anziana, mentre erano carenti in fibra alimentare. A tali evidenze sono seguiti degli interventi correttivi miranti a ridurre gli introiti proteici e del colesterolo, modificando la provenienza delle stesse proteine, aumentando quelle del pesce, ed aumentando l’apporto degli antiossidanti naturali e della fibra di tipo solubile. I risultati ottenuti dallo studio ribadiscono la presenza di un elevato rischio di compromissione dello stato nutrizionale negli anziani ospiti delle Case di Riposo, sottolineando l’importanza della progettazione e realizzazione di interventi di sorveglianza nutrizionale in tale ambito. L’utilizzazione del M.N.A. come strumento per la valutazione del rischio di compromissione dello stato nutrizionale, è risultato utile per rivelare precocemente il rischio non evidenziabile dalla misurazione dei soli indicatori antropometrici. Contemporaneamente è sembrato particolarmente appropriato, per contrastare le condizioni di sarcopenia, proporre modelli concreti di promozione dell’attività fisica all’interno delle strutture, predisposti da esperti di scienze motorie, ed adeguati alle fasce d’età ed alle patologie concomitanti.
The study on the assessment of the nutritional status and evaluation of the nutritional adequacy of menu settings in nursing homes has been conducted, taking a sample group of elderly people hospitalized in 3 nursing homes in the area C of Local Health Boards in Rome. Four different techniques have been used for the evaluation of nutritional status and body composition: the Body Mass Index (BMI), the skinfold (anthropometric) measurement, the Mini Nutritional Assessment (MNA) and impedance measurement. All anthropometric measurements were compared to the reference age percentiles, recognised by the international scientific community studies. The average age and Standard Deviation (SD) of the involved patients was 85.4 ± 7.7 years. The Body Mass Index allowed to identify the percentage of elderly people at risk of malnutrition, which resulted equivalent to 4%. While the Mini Nutritional Assessment enabled to detect the presence of malnutrition in 6.5% of the target population and a risk of malnutrition in 60.8% of the elderly involved in the survey. From the analysis of the dietetic menu charts provided in nursing homes, it was clear that certain values such as protein, fat, cholesterol and energy supplies were higher than levels of Recommended Dietary Allowances for energy and nutrients (RDAs) for older population, while they considerably lacked in dietary fibre. The emerged evidences were followed by the corrective measures aimed at reducing the protein and cholesterol supplies by changing the origin of the protein itself, reducing those of animal origin in favour of those of marine origin, and increasing the contribution of natural antioxidants and of soluble fibre. The results derived from the study reassert the presence of a high risk of compromising the nutritional status in elderly patients of various health care facilities, thus confirming the hospitalization as an important nutritional risk factor and emphasizing the importance of planning and implementing the nutritional monitoring. The use of M.N.A. as a tool for assessing the risk of compromising the nutritional status, allows to reveal an early stage of risk, not easily identifiable through the anthropometric measurement indicators alone. At the same time, in order to fight the conditions of sarcopenia, it appeared particularly appropriate the promotion of positive models of physical activity within these type of institutions, designed by experts of motor sciences and adjusted to the age group and the accompanying diseases.