Celiachia e malattie autoimmuni

Rivista : Anno 39/Numero 1
Autori/Authors : Pellati R.

La celiachia è una malattia autoimmune che in-sorge non solo per l’esposizione al glutine, ma da una combinazione di fattori fra cui i geni (HLA-DQ2 oppure HLA-DQ8 o addirittura per entram¬bi) che predispongono al disturbo e anomalie nella struttura dell’intestino tenue. Sorprendentemen¬te sembra che l’innesco ambientale, una suscettibilità genetica, e un “intestino permeabile” siano alla base anche di altre malattie autoim¬mu¬ni, co¬me il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla e l’ar¬trite reumatoide.
In un individuo suscettibile, il glutine (frazione proteica alcool-solubile del grano, orzo e segale, caratteristica per la presenza di gliadine e glutenine) provoca uno stato infiammatorio e un danno intestinale, stimolando l’attività di diverse cellule del sistema immunitario. A loro volta queste cellule danneggiano il tessuto sano nel tentativo di distruggere ciò che percepiscono come un a-gente infettivo.
La celiachia è stata a lungo considerata una malattia rara fuori dall’Europa. Nel Nord America, i sintomi classici si riconoscevano in meno di un soggetto ogni 10.000. Ma Alessio Fasano (docente di Pediatria e Medicina, Direttore del Mucosal Biology Research Center e del Center for Celiac Research presso la University of Maryland School of Medicine) scrive su “Le Science” che un’inda¬gi¬ne effettuata dal suo gruppo ha rilevato la malattia in un soggetto ogni 133 persone apparentemen¬te sane, stabilendo così che la celiachia è quasi 100 volte più diffusa di quanto si pensasse. Altre indagini condotte in altri Paesi confermano questi dati. Mario Silano dell’Istituto Superiore di Sanità ricorda che la popolazione con la più alta frequenza di malattia celiaca (oltre 5 volte la media europea) è la Saharawi, un gruppo etnico che vive in un enclave del Sahara Occidentale (le ragioni di tale frequenza non sono ancora state chia¬rite).
Come mai un numero così grande di celiaci si-no ad oggi è passato inosservato? I sintomi clas-sici (dispepsia e diarrea cronica) si manifestano solo quando sono danneggiate porzioni ampie ed essenziali dell’intestino. Se la disfunzione interessa solo un piccolo segmento dell’intestino e se l’in¬fiammazione è moderata, i sintomi possono essere meno gravi o atipici.
Nella popolazione sana, specifiche giunzioni cellulari dette “tight junction” sigillano tra loro le cellule intestinali. Nei celiaci queste giunzioni si rompono, e permettono a una grande quantità di frammenti di glutine indigeribili di filtrare nel tessuto sottostante stimolando così le cellule del si¬stema immunitario. Le terapie che riducono la permeabilità intestinale potrebbero attenuare non solo la celiachia, ma anche altre malattie autoim¬muni. Le tight junction sono formate da una sofisticata struttura reticolare di proteine e la Zonulina è una proteina che nell’essere umano e in altri animali superiori fa aumentare la permeabilità intestinale. Questa molecola regola il movimento dei fluidi, di molecole di grandi dimensioni e di cel¬lule immunitarie fra i diversi distretti del corpo.
Poiché mantenere per tutta la vita un regime dietetico privo di glutine è difficile, sono state prese in considerazione varie strategie terapeutiche alternative: il “Larazotide”, per esempio, è un inibitore della zonulina che offre molte speranze di efficacia. Sono inoltre allo studio dei vaccini che dovrebbero esporre il sistema immunitario a dosi ridotte di glutine, basandosi sulla teoria che esposizioni contenute ma ripetute potrebbero indurre il sistema immunitario a tollerare il glutine.
Attualmente, sotto la guida di Carlo Catassi, Alessio Fasano e il suo gruppo all’Università del Maryland, ha iniziato uno studio clinico a lungo termine su neonati ad alto rischio per verificare se, con una dieta priva di glutine fino ad un anno di età, l’insorgenza della celiachia può essere impedita. I risultati preliminari suggeriscono che, ri¬tar¬dando l’esposizione al glutine, la probabilità che insorga la celiachia viene ridotta di 4 volte. Sarà anche interessante verificare se alcune strategie per la celiachia possono alleviare altre patologie autoimmuni.
 

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