Perdita di peso ideale
La “carboidrato-fobia”, come forma di disinfor-ma¬zione nutrizionale è dilagante, vuoi per la semplicità di esecuzione di regimi dietetici ipo-glucidici, vuoi per risultati immediati sulla perdita di peso. Una recente review di Noble-Kushner (riportata da un lavoro di Carlo Maria Rotella e Silvia Ciani del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica dell’Università degli Studi di Firenze e pubblicata sul periodico Aggiornamento Medico) sui meccanismi d’azione per la perdita di peso indica che, nonostante molti studi dimostrino che i soggetti che seguono una dieta a basso carico di carboidrati perdono più peso nei primi 3-6 mesi rispetto ad altre diete di controllo, questa perdita di peso non è mantenuta dopo un anno. Questo perché l’aderenza alla dieta è risultata generalmente bassa: solo chi riusciva a stare stret¬tamente a dieta, senza recuperare peso, ha ottenuto risul-tati positivi. Secondariamente va tenuto presente che le diete iperproteiche non hanno di¬mostrato una significativa diminuzione dei trigliceridi e dei livelli di colesterolo LDL. La raccomandazione di utilizzare una distribuzione calorica in macronutrienti di circa il 55 % di carboidrati, il 15 % di proteine, e il 30 % di grassi, caratteristica dello stile alimentare mediterraneo, è facilmente seguibile a lungo termine e basata su approfondite ricerche scientifiche effettuate per più di 30 anni.
Il fenomeno della dieta “a zona” rappresenta una nuova generazione di indirizzo dietetico a impatto mediatico molto elevato ed è implementato attraverso la vendita di libri e di prodotti alimentari specifici. È stata ideata da un biochimico americano (Berry Sears) ed è stata defi¬nita come “uno stato metabolico in cui il corpo umano funziona a una efficienza ottimale” in cui i carboidrati rappresentano il 40%, le proteine il 30%, i grassi il 30% dell’introito calorico totale attraverso il cibo. Nonostante vi sia una nume¬rosa sequenza di citazioni scientifiche, esse non sono altro che una sequela di articoli di varie con¬dizioni patologiche, ma pochi studi sono stati effettuati utilizzando il regime dietetico proprio del¬la dieta a zona. Indubbiamente il metodo idea¬to risulta es¬sere senz’altro valido a breve termine, ma non garantisce un buon miglioramento della salute a livello metabolico a lungo termine. L’a-dottare una dieta mediterranea di per sé non fa dimagrire, ma se si effettua uno sbilancio energetico (più attività fisica e meno calorie) utilizzando questo tipo di alimentazione, si perde peso e si ottengono dei benefici sulle condizioni di salute in generale.