DIETA MEDITERRANEA: EFFETTI ANNULLATI
Una popolazione mediterranea come quella italiana, da anni ritenuta a basso o moderato rischio cardiovascolare, in realtà sta acquisendo caratteristiche sempre meno salutari. Il trend negativo è stato confermato dai primi risultati ottenuti dal progetto “Cardiolab”messo in atto con il concorso della Bayer e che ha coinvolto 36 mila persone che hanno aderito all’iniziativa nelle piazze italiane sottoponendosi a visite ed analisi effettuate grazie all’adesione di più di tremila medici. Questo studio (commentano Guido Grassi e Giuseppe Mancia della Clinica Medica dell’Ospedale San Gerardo di Monza – Università degli Studi di Milano) nato con l’obiettivo di determinare il rischio cardio-cerebrovascolare nella popolazione generale, è giunto a delle conclusioni non positive, che sono in linea con altre recenti osservazioni.
Quasi la metà dei soggetti è stata classificata in sovrappeso (51,3 % uomini e 35,5 % donne) e il 20 % dimostrava una chiara obesità. Più del 10 % soffre di iperglicemia e nel 5,3 % dei casi è stato diagnosticato un diabete, di cui il paziente non era consapevole. Un terzo del campione soffre di ipercolesterolemia (il 23 % di questi non lo sapeva) e il 43,3 % delle persone esaminate risulta iperteso (nella metà dei casi i pazienti non lo sapevano). Rispetto allo studio di Gubbio risalente a 20 anni fa, la situazione non è cambiata per l’ipertensione arteriosa, mentre è aumentato il valore medio dell’indice di massa corporea (BMI da 26,5 Kg/m2 a 27,4 Kg/m2) e una maggior prevalenza di obesità (BMI superiore a 30 Kg/m2).
La valutazione del rischio cardiovascolare globale (effettuata con i parametri “Score”- Systemic Coronary Risk Evaluation ) e con le tabelle del progetto Cuore, confermano che l’Italia ha perso i vantaggi salutari derivanti dalla dieta mediterranea perché il 53,6 % è a rischio medio-alto secondo l’analisi “Score” e il valore scende al 42,7 % secondo i parametri “Cuore”.
Nei 140 centri studiati (in particolare al Sud, 54,4 %) solo il 58,3 % consuma ortaggi almeno 4 volte alla settimana, con una netta prevalenza in settentrione (76,9 %) rispetto al meridione (43,7 %). L’8,8 % non mangia mai pesce e il 17 % consuma troppo di frequente i formaggi. Positivo invece l’apporto di cereali: il 74,2 % mette in tavola questi alimenti almeno 4 volte alla settimana.