ACIDO FOLICO: NOVITA’ DALLA RICERCA
E’ risaputo che la fortificazione con acido folico e la supplementazione periconcezionale possono ridurre il rischio di neoplasia nei figli e la supplementazione con acido folico sembra prevenire lo sviluppo di neoplasie anche in tessuti normali. Nonostante ciò, i dati disponibili non sono univoci. Infatti, secondo alcuni studi, la supplementazione e la fortificazione dei cibi con i folati potrebbero addirittura e paradossalmente promuovere la progressione di lesioni neoplastiche e pre-neoplastiche già esistenti. Quest’ultimo dato non è ancora stato sufficientemente indagato. L’acido folico è costituito da un derivato della pteridina, da una molecola di acido paraminobenzoico e da una di acido glutammico. Si presenta in natura (soprattutto nei vegetali a foglie verdi) in forma di poliglutammati, coniugato con più molecole di acido glutammico (fino a 7). L’acido folico in forma sintetica è usato per la supplementazione e per fortificare gli alimenti: differisce dalle forme naturali in quanto è ossidato e contiene un solo residuo di glutammato. I folati (utilizzati dall’organismo come coenzini) sono in forma ridotta e sono poliglutammati. L’acido folico ha una maggiore biodisponibilità e può interferire con le funzioni regolatorie dei folati naturali, competendo con le forme ridotte per il legame agli enzimi e i legami alle proteine.
Su questo problema Carlo Agostoni e l’èquipe della Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo (Università degli Studi di Milano) scrivono sul mensile “Doctor Pediatria”che l’acido folico è indispensabile per la divisione cellulare e la crescita in quanto cofattore della sintesi ex novo delle purine, e quindi della sintesi degli acidi nucleici. Inoltre è necessario per i processi di riparazione del DNA. Nelle cellule neoplastiche dove replicazione del DNA e duplicazione cellulare si verificano molto più rapidamente, la deplezione di folati o un blocco nella loro metabolizzazione possono provocare un’inibizione della crescita tumorale. Su questo principio si basa l’utilizzo dei farmaci antifolati come chemioterapici.
Tuttavia paradossalmente sembra che elevati livelli di folati siano protettivi contro diversi tipi di neoplasie. Alcuni studi su neoplasie colon-rettali hanno evidenziato che, se la supplementazione avviene prima dell’insorgenza della neoplasia, la crescita può essere inibita, mentre nel caso avvenga in un tempo successivo, potrebbe essere promossa. Quindi i folati sembrano avere un doppio ruolo apparentemente “opposto”: proteggere contro l’insorgenza della neoplasia e facilitare la crescita delle cellule tumorali (una volta stabilizzatesi).
A spiegazione di ciò sembra biologicamente plausibile che qualsiasi effetto dei folati sulla carcinogenesi sia influenzato dall’interazione con altri fattori di rischio, differenti per ogni individuo.
Attualmente il limite superiore consigliato di apporto di acido folico in condizioni fisiologiche è di 1 mg al giorno per gli adulti e 300-800 mcg al giorno per i bambini a seconda dell’età. In altre parole, non c’è un consenso univoco sulle concentrazioni di acido folico oltre le quali si rischia di indurre effetti dannosi.
Oggi l’acido folico è prescritto in gravidanza per favorire un corretto sviluppo del tubo neurale in gravidanza e per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. La carenza di folati infatti può comportare una diminuzione della sintesi di metionina e una crescita dell’omocisteina. L’aumento di omocisteina può provocare effetti avversi sulla coagulazione, sulla vasodilatazione arteriosa e sull’ispessimento delle pareti delle arterie.
Quando il rifornimento di folati alle cellule del midollo osseo che si stanno rapidamente dividendo diventa inadeguato, la divisione cellulare nel sangue diventa anormale, provocando globuli rossi più grandi e inferiori di numero. Questo tipo di anemia è chiamata anemia megaloblastica o macrocitica.